GLI SPUNTI
A confrontarsi intorno al tavolo di fronte ad una platea composta di diverse realtà, grazie all’intermediazione del Direttore Ricerche della Fondazione Hubruzzo - Simone D’Alessandro, relatori di alto calibro, primo tra tutti Luigi Gallo, Responsabile dell’Area Innovazione di Invitalia il quale ha presentato i fondi per il trasferimento attualmente dispensabili, che verranno trattati in un articolo tutto dedicato.
Speranza Falciano – Delegata al Trasferimento Tecnologico, insieme ad Alessandro Pajewski, ha potuto portare un concreto contributo alle idee a nome del GSSI, presentando tre problematiche chiave nella ricerca, racchiudibili nella mancanza di una struttura organizzativa utile alla gestione della proprietà intellettuale, alla mancanza di uno strumento in seno agli organismi di ricerca per la gestione della stessa e alla mancanza di un’interfaccia con il mondo produttivo, il quale costituisce la domanda per le proprie innovazioni.
Un altro problema, quello individuato all’interno delle Università ed in particolare nei dottorati da Alfonso Pierantonio – Professore Ordinario del Dip. di Ingegneria Informatica dell’Università dell’Aquila, è quello della durata degli stessi, che secondo le normative italiane attuali, non permette ai candidati un tempo utile all’approfondimento e all’inserimento all’interno delle realtà produttive o nei settori di riferimento e di produrre, dunque, innovazione.
ALCUNE SOLUZIONI PER L'INNOVAZIONE ABRUZZESE
Tra le possibili soluzioni individuate vi sono state ad esempio le misure presentate da Stefano Cianciotta – Presidente di Abruzzo Sviluppo spa, in prossima fusione con FIRA, il quale ha annunciato lo stanziamento di 50.000€ per la realizzazione di Dottorati Industriali, ovvero veri e propri programmi di Open Innovation da attuare attraverso il coinvolgimento simultaneo di Università e aziende. Di questo programma Innovalley è già promotore, avendo, tra l’altro, accelerato per FlowForLife, SpinOff della D’Annunzio Chieti Pescara, un dottorato industriale in Microbion, azienda che abbiamo presentato negli scorsi articoli.
Secondo Arcangelo Merla – Responsabile della Terza Missione dell’Università “G.D’Annunzio” Chieti Pescara, il trasferimento tecnologico è, inoltre, la chiave per l’acquisizione da parte del mondo della ricerca di un numero crescente di brevetti; infatti, la costruzione di una rete volta alla risoluzione dei problemi della sfera industriale da parte degli Enti della ricerca e il conseguente investimento in Venture Capital da parte di aziende, invece che di investitori, negli SpinOff universitari potrebbe essere la chiave per la creazione di un trasferimento tecnologico che sia veramente volto all’innovazione territoriale. Tra gli strumenti attualmente a disposizione per le Università e i Centri di Ricerca i “Mit”, utili alla creazione di laboratori, eventualmente messi a disposizione per la realizzazione di sperimentazioni interne ed esterne.
L’importanza di una rete di collaborazione per il trasferimento tecnologico è stata inoltre sottolineata anche da Emilia Belfiore – Responsabile della Ricerca e Sviluppo dell’Istituto Neurologico Mediterraneo (Neuromed), che ha esposto come il ricorso a reti di specializzazione e a partenariati estesi abbia permesso all’Istituto di effettuare dei progressi sostanziali nei servizi offerti, come corsi per la formazione di figure specifiche attivati presso l’Università La Sapienza di Roma e quella di Tor Vergata, oppure l’integrazione di figure tecniche di tipo ingegneristico, matematico e fisico che hanno permesso la creazione della piattaforma di diagnostica, operazioni grazie alle quali Neuromed ha potuto ottenere il riconoscimento europeo di I.R.C.C.S.
Non da ultime, le esperienze di accelerazione di idee imprenditoriali volte alla creazione di impresa attuate in vari modi all’interno dei territori per la valorizzazione, nello specifico, del target della piccola e media impresa.
In Abruzzo, tramite i modelli di accompagnamento e di finanziamento proposti da Giovanni Marcantonio – responsabile operativo dell’Agenzia di Sviluppo della Camera di Commercio Chieti Pescara, anche attraverso i programmi di Business Design calibrati sulle esigenze del Team e della rete.
In Campania attraverso il modello portato dalla figura di Sebastian Caputo – Founder& Chief Executive Officer di 012Factory, Innovation Hub dal taglio particolarmente innovativo per il suo processo di formazione, o meglio di Academy, tenuta da imprenditori e professionisti di diversi settori (tra cui manager di aziende come Vodafone, Mutti, Moleskine, Carpigiani e Ferrarelle) totalmente gratuita, che aiuta una trentina di team a capire come trasformare un’idea in un’impresa, portando avanti un modello per le città del futuro in cui Startup e mercato si contaminano per ridurre il “go to market” e stimolare l’innovazione trasversale.
Il tema dell’accompagnamento alle Startup ricalca l’esigenza anche avanzata da Giovanni Morelli – General Manager di BluHub, The Entreprises Engine, di promuovere un modello che, similmente, preveda l’accelerazione solo di quei progetti che nei fatti sono pronti alla creazione di impresa e alla condivisione all’interno del proprio network di aziende, facilitandone al tempo stesso l’insediamento nel territorio di riferimento, e la creazione di impresa.
PROSSIMI PASSI
La creazione di una “Biodiversità territoriale” così come è stata definita da Simone D’Alessandro che possa comprendere l’integrazione di una varietà di attori appartenenti non solo al sistema Abruzzo, ma più in generale al Centro Sud Italia, consiste in una soluzione concreta per restituire vitalità ad un’area con forti opportunità di sviluppo. Il tavolo è stato infatti un punto di partenza per la costruzione di una progettualità concertata tra mondo della conoscenza e mondo dell’innovazione. Molti degli attori hanno, infatti, già attuato delle collaborazioni anche grazie alle possibilità offerte dal Bando Ecosistemi di Innovazione al Sud conclusosi in data 12 novembre.
Alla Tavola Rotonda seguirà, come Follow up, un incontro online in cui verranno messi a terra i progetti effettivamente da attuare sul territorio con il coinvolgimento degli stessi attori, che possa dunque portare alla risoluzione delle problematiche emerse ed attivare nuovi percorsi di innovazione utili a rilanciare l’attrattività del nostro ecosistema e dei suoi membri.
Ora Innovalley si farà promotore di una piattaforma per stimolare la condivisione delle progettualità degli attori sopra citati e per quelli futuri.
Restate sintonizzati!