DAL MODELLO LINEARE ALLA OPEN INNOVATION
Con il Novecento si è concluso anche il modello lineare di innovazione per le imprese.
Questo modello prevede una relazione verticale tra investimenti in Ricerca & Sviluppo, con la conseguente acquisizione, all'interno dell’impresa, delle migliori menti per l’attuazione di esperimenti interni, la creazione di una linea di produzione chiara e la commercializzazione di un prodotto finale, ambendo al principio del Winner Takes All.
All’alba del nuovo millennio, grazie anche alle accelerazioni introdotte dalla rivoluzione dell’Internet, dall’espandersi del settore delle Information and Communication Technologies (ICT) e dalla crescente mobilità dei lavori, ci si è resi conto che per sfruttare al meglio la conoscenza prodotta ed accelerare l’introduzione sul mercato di innovazioni, il passaggio ad un modello maggiormente orizzontale e poroso è ora necessario.
IL PENSIERO DI CHESBROUGH
Secondo il teorizzatore del concetto di Open Innovation (Harvard Business School Press, 2003), lo sviluppo di Business Models efficienti, in grado di captare al meglio le idee interne ed esterne al perimetro aziendale diviene il nuovo obbiettivo delle aziende per la conversione del potenziale tecnologico in valore economico. Tuttavia:
« La realtà aziendale di oggi non si basa sulla pura Open Innovation, ma su società che investono contemporaneamente in attività di innovazione chiuse come in quelle aperte »
« Il futuro sta in un giusto equilibrio tra un approccio di Open Innovation, in cui l'azienda o l'ente utilizza ogni strumento disponibile per creare prodotti e servizi di successo e, a allo stesso tempo, favorisce la costruzione di competenze chiave e protegge la loro proprietà intellettuale » (Enkel, Gassmann e Chesbrough, 2009)
I BUSINESS MODELS DELLE IMPRESE CAMBIANO
L’aumento di quelli che Chesbrough definisce investitori o benefattori, tra cui figurano società di Venture Capital, venture capital aziendali, Business Angels, investitori di private equity o le Small Business Investment Companies, per le piccole imprese, enti governativi, ma anche fondazioni private, ha fatto sì che i cosiddetti “Falsi negativi”, scartati dagli apparati di R&D tradizionali, venissero finanziati anche al di fuori dei laboratori interni alle aziende, sottoforma di spin-offs, dando vita un consistente numero di imprese e Startup innovative.
Modificando i propri business, le aziende modificano, quindi, anche il proprio sistema di relazioni con gli utenti e con i partner, insieme alle proprie strutture di finanziamento, andando sempre più verso quella che viene definita un’Economia Collaborativa.
L’INBOUND E L’OUTBOUND OPEN INNOVATION
Gli Osservatori del “Digital Innovation” del Politecnico di Milano distinguono due approcci all’Open Innovation da parte delle aziende: quello del “farsi trovare” e del “cercare” all’esterno le idee.
Il primo approccio, che prende il nome di Inbound Open Innovation, si manifesta attraverso collaborazioni con università e partner consolidati, con la creazione di incubatori o acceleratori di impresa interni, attraverso l'implementazione di Corporate Venture Capital.
Vi sono, però, altri metodi innovativi per attirare a sé capitale umano utile. Tra questi, eventi di apertura delle stesse aziende, sottoforma di “Call4Ideas” o “Call4Startup” e contest, ovvero concorsi a tema che permettono la generazione di idee innovative da supportare nello sviluppo, oppure Hackathon, Datathon, Appathon, che prendono piuttosto la forma di maratone rivolte a sviluppatori esterni e studenti, che realizzano nell’arco di pochi giorni idee innovative utili al business.
Il secondo approccio, definito Outbound Open Innovation, prevede invece la ricerca esterna di idee, adottando vari strumenti. Esempi ne sono le Joint Ventures, grazie alle quali l’impresa stipula un accordo di collaborazione con altre per un progetto comune, condividendo risorse, il Licensing, con cui l’impresa cede a pagamento la licenza del proprio prodotto/servizio perché possa essere utilizzato con benefici economici e le Piattaforme di business model, utilizzate dalle imprese per facilitare l’interazione con i consumatori per creare soluzioni tailor-made di valore per il business.
I VANTAGGI
Grazie alla Open Innovation le opportunità e i benefici sono moltiplicati per tutti i membri del sistema.
- Le aziende creano al loro interno le condizioni per diversificare il business e testare più facilmente il prodotto o servizio prima del lancio sul mercato, capitalizzando la R&D di Startup e dei soggetti del mondo della conoscenza.
- Le Startup possono accedere a maggiori capitali e tecnologie, entrare più agilmente nel mercato e acquisire le referenze necessarie.
- Le Università e i centri di ricerca possono aumentare e diversificare le opportunità di apprendimento degli studenti, fornendo loro anche concrete opportunità di specializzazione e di inserimento nel mondo del lavoro.
- I cittadini, in questo caso prosumers, partecipando anch’essi al processo di co-creazione, ottengono prodotti o servizi che riescono a captare al meglio le loro esigenze, aumentando il loro grado di soddisfazione e diminuendo il rischio per le imprese di obsolescenza delle proprie innovazioni.