In particolare, si è parlato delle possibilità di sviluppo per quelle imprese concentrate nelle cosiddette “aree grigie” (quelle in cui è presente un unico operatore di rete ed è improbabile che nel prossimo futuro venga installata un’altra rete, quindi dove è prevista la presenza nei prossimi tre anni di una sola rete a banda larga) economicamente strategiche quali sedi della maggior parte delle imprese e dei distretti industriali.
Ad esse si contrappongono le “aree bianche”, ossia quelle a fallimento di mercato (quelle zone in cui le infrastrutture a banda larga sono inesistenti e con poca probabilità di un loro sviluppo nel futuro prossimo, quindi aree attualmente sprovviste di reti di questo tipo e nelle quali è improbabile che, nei prossimi tre anni, investitori privati provvederanno a svilupparle), sulle quali però si concentra la prima fase dell’attuazione della Strategia Italiana per la Banda Ultralarga, approvata dal Governo nel 2015 e che rappresenta il quadro nazionale di riferimento per le iniziative pubbliche a sostegno dello sviluppo delle reti a banda ultra larga, in linea con gli obiettivi fissati dall‘Agenda Digitale Europea 2020 e coerente con i nuovi obiettivi 2025 - Connectivity for a Competitive Digital Single Market – Towards a European Gigabit Society.
Durante il convegno è stato presentato il rapporto di Ericsson sulle potenzialità del 5G sull’industria italiana, nel cui ambito sono stati identificati i 10 settori con il maggior potenziale:
- - manifatturiero
- - sicurezza pubblica
- - servizi finanziari
- - sanità
- - automotive
- - trasporto pubblico
- - media & intrattenimento
- - energia & utility
- - retail
- - agricoltura
Si capisce quindi che i servizi basati sulle nuove reti, come fibra e 5G, saranno un volano per lo sviluppo, apportando un contributo alla crescita del PIL stimato a circa l’1%. Fondamentale, a tal fine, è la costruzione di partnership con imprese, Istruzione Superiore (che comprende le Università, le Istituzioni dell'Alta Formazione Artistica e Musicale e gli Istituti Tecnici Superiori) e pubbliche amministrazioni.
Con riferimento a questo tema, si segnala lo studio, presentato al MIUR il 5 dicembre, sulla promozione dell'imprenditorialità e dell'innovazione nell'istruzione superiore in Italia - Supporting Entrepreneurship and Innovation in Higher Education in Italy. Il rapporto, redatto nell'ambito del progetto HEInnovate, cui l'Italia partecipa, pur illustrando i diversi soggetti del sistema di istruzione superiore, è stato però elaborato sulla base di esperienze raccolte esclusivamente in alcune università (Roma Tor Vergata, Federico II di Napoli, Palermo, Bari, Cagliari, Bologna, Siena, Scuola Superiore Sant'Anna e Scuola Normale di Pisa, Politecnici di Milano e Torino).
In ogni caso, il profilo che emerge dallo studio è sostanzialmente positivo, tuttavia le raccomandazioni finali sono numerose e circostanziate, basate sull'assunto che il sistema italiano dell'istruzione superiore (in questo caso delle università prese in esame), pur avendo un forte potenziale in termini di scambio di conoscenze e di collaborazione e pur offrendo numerose buone prassi, manca di strategie, di impegni a lungo termine, di modalità di coordinamento e di coesione, le quali si ripercuotono negativamente sulla capacità delle singole istituzioni di sostenere effettivamente ed efficacemente imprenditorialità e innovazione. Non a caso una delle raccomandazioni si concentra sulla promozione di meccanismi che colleghino le diverse istituzioni di istruzione superiore, con particolare riferimento all'interazione fra le lauree professionalizzanti e i diplomi di “tecnico superiore” rilasciati dagli Istituti Tecnici Superiori, allo scopo di produrre molte delle competenze di cui l'Italia ha bisogno.
Tornando al 5G, e collegando i due temi principali dell’articolo, presentiamo un interessante contributo sui nuovi scenari educativi resi possibili dal 5G: Scenari d’uso della tecnologia 5G per l’apprendimento dentro e fuori la scuola, di Adriano Baratè, Goffredo Haus, Luca A. Ludovico, Elena Pagani e Nello Scarabottolo del Dipartimento di Informatica “Giovanni Degli Antoni” dell'Università degli Studi di Milano, che conclude la sua analisi prevedendo che
l’uso delle reti 5G garantirà – tra i principali vantaggi – la fruizione di flussi multimediali multi-direzionali di alta qualità; l’efficiente condivisione di contenuti in classi estemporanee formate dai dispositivi di docenti e discenti in didattica BYOD [Bring your own device: pratiche didattiche che consentono agli alunni di portare e utilizzare i propri dispositivi personali a scuola]; l’utilizzo di applicazioni di realtà aumentata sia per l’arricchimento dell’esperienza didattica sia per il supporto a studenti con necessità particolari (disabilità, DSA); un’alta interattività tra le parti coinvolte in attività didattiche non in presenza; la fruizione e condivisione di esperienze in realtà virtuali.