: su Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Dipartimento_per_l'innovazione_tecnologica) si può leggere la breve storia dei tentativi di inserire la materia dell'innovazione nel complicato puzzle dell'organizzazione dei Governi del nostro beneamato Paese.
Comunque, cosa fatta…
Il Ministro (o la Ministra, come piace a qualcuna) è Paola Pisano, docente di Gestione dell’Innovazione all’Università degli Studi di Torino, ex-assessore all’Innovazione e Smart City del Comune di Torino. Poiché sul sito del Governo non sono stati ancora pubblicati i curricula vitae dei Ministri, sono andata a cercare su Internet quello della prof. Pisano: eccolo qui (http://www.chiaraappendino.it/wp-content/uploads/2016/05/Curriculum-Vitae-Paola-Pisano.pdf.), risalente, credo, al suo ingresso nella Giunta Appendino.
L'anno scorso la prof. Pisano si è aggiudicata il titolo di Digiwoman 2018, ossia la "donna più influente nel digitale in Italia", fra le 15 donne proposte dalla rivista Digitalic Mag. Qui si può leggere come avviene la selezione: https://www.digitalic.it/economia-digitale/business/donne-piu-influenti-nel-digitale-italia-digiwomen-2018.
Per chi volesse sapere qualcosa di più su di lei, ecco una sua recente intervista su https://www.digitalic.it/economia-digitale/business/chi-e-paola-pisano-ministro-per-l-innovazione
Tutto bene, quindi? Vedremo. Ma, già da ora, dobbiamo notare che si tratta di un Ministro senza portafoglio. Per quei pochi (?) che non sanno che cosa significa, cito la spiegazione data dalla Treccani (http://www.treccani.it/enciclopedia/ministro-e-ministero-diritto-amministrativo/)
“Una importante distinzione è quella tra ministro con portafoglio e ministro senza portafoglio: i primi sono a capo di un dicastero, e cioè di un apparato amministrativo gerarchicamente ordinato, corrispondente a un determinato settore della pubblica amministrazione, mentre i secondi, pur essendo parte del governo e del Consiglio dei ministri, esercitano soltanto le funzioni loro delegate dal presidente del Consiglio, o attribuite loro per legge.”
In conclusione, per ora, non resta che aspettare.