È stato trattenuto negli Stati Uniti per evidenti impegni lavorativi, ma Luigi Galante, Vehicle Manufacturing Manager area EMEA di FCA, ha voluto essere in qualche modo presente alla nostra giornata di lavori, inviando una nota alla platea di ospiti ed esperti partecipanti all’appuntamento con Human FaCHtory. La fabbrica del futuro. Un luogo con l'Uomo al centro, tenutosi lo scorso 22 febbraio a Pescara.
“Invio questo messaggio al fine di esprimere i miei voti augurali per la buona riuscita del convegno, non potendo, per impegni di lavoro sopravvenuti, essere lì con Voi a condividere queste mie brevi riflessioni.
Sulla fabbrica del futuro sono già tanti gli scritti e gli interventi fatti. La logica di porre l’uomo al centro in un contesto di fabbrica è senz’altro una originale e quanto mai attuale aggiunzione che mi permetto di definire appropriata riguardo i nuovi paradigmi.
Nel Gruppo FCA, di cui faccio parte, con il nostro metodo di produzione World Class Manufacturing abbiamo definito come principio fondamentale il fatto che le persone, e NON la tecnologia, sono la chiave per il successo e sono parte centrale, cuore delle nostre fabbriche, cui mi permetto di aggiungere, per via di un mercato sempre più esigente e competitivo, concetti quali velocità e semplicità. La tecnologia diventa quindi un alleato fondamentale per perseguire questi obiettivi: non è un fine, ma un mezzo, uno strumento ulteriore nelle mani degli uomini attraverso cui semplificare i nostri processi decisionali con una raccolta dati rapida e precisa, e velocizzare quindi i processi esecutivi.
Bisogna inoltre tenere a mente che le nostre fabbriche, che senza dubbio stanno vivendo un’innovazione tecnologica senza precedenti, rimangono un luogo di interazione fra uomini, materiali e mezzi, i cui processi generano intrinsecamente sprechi e perdite. La tecnologia ancorché digitale non può essere considerata il mezzo attraverso cui improvvisamente risolvere quei problemi con cui ci siamo trovati a lottare da sempre. Anzi, se introdotta indiscriminatamente e senza aver creato consapevolezza nelle persone può dar luogo alla cosiddetta “digitalizzazione delle perdite”, con conseguenze opposte e devastanti per la nostra competitività.
La tecnologia da sola non risolve i problemi e, anzi, digitalizzare deve significare accelerare quello che sappiamo già fare e che ci siamo allenati a fare bene.
Il ruolo del management diventa quindi quello di individuare la tecnologia che più si addice al proprio business, coinvolgere le persone nell’implementazione del cambiamento e, specialmente, supportarle per poter sviluppare le proprie competenze e poter quindi utilizzare appieno i nuovi strumenti a propria disposizione; in una parola: creare la cultura della fabbrica del futuro ponendo l’uomo al centro di questa evoluzione.
In fabbrica tutto ciò che si fa si misura e tutto ciò che viene misurato dà luogo al fare del giorno dopo, misurare il cambiamento con indicatori semplici e fortemente legati alle attività di fabbrica nonché visibili a tutti può essere il valore aggiunto per mettere ancora una volta l’uomo al centro dei cambiamenti che ci daranno indubbi vantaggi competitivi per il futuro. Un cordiale saluto a tutti nel nostro ridente Abruzzo Luigi Galante”